Chissà
se qualche "matusa" di oggi, come allora si diceva di persona
abbastanza matura, se ne ricorderà più! Certamente ne sapranno poco o
nulla gli attuali giovani aliesi. Ricordarsene, attraverso qualche
spunto di riflessione, servirà forse a rinverdire, per un verso, i
vecchi tempi e, per l'altro, ad offrire termini di confronto ai giovani
che esperienze similari, in contesti evolutivi diversi e più
ravvicinati, abbiano fatto o stiano facendo. Nonostante che tanto tempo
sia passato, ci si augura che persista nella gioventù aliese qualche
valore che guidò e sorresse il tentativo di rinnovamento "culturale"
fatto dal gruppo di giovani di allora: una continuità di valori senza
tempo, rappresentati soprattutto dal coraggio e dall'audacia di
proporre il nuovo per il progresso del proprio territorio.
Sembra
che oggi sia più facile di una volta innestare processi di cambiamento;
certamente nella metà degli anni Sessanta e, ancor più, prima di allora
era difficile. Talvolta impossibile. Non lo credettero, certo quel
gruppo dì studenti aliesi di scuola superiore e di università ed altri
giovani sensibili e mentalmente "aperti" che vollero dar vita ad una
associazione culturale che coinvolgesse soprattutto la gioventù del
paese.
Le
esigenze di
cambiamento, che erano state da tempo avvertite, furono sospinte dai
nuovi orizzonti comunicativi che i massmedia (radio e televisione)
aprivano e dalle nuove idealità della loro formazione culturale
acquisita altrove. L' associazionismo degli adulti allora era
rappresentativo di distinte categorie sociali professionali riunite in
Circoli (civile, dei cacciatori), in associazioni cattoliche (Acli) e
in sezioni di partito, quella dei ragazzi e dei giovani gravitava sulle
Parrocchie, sull'antica società sportiva calcistica ed ancora,
purtroppo, sulle
sezioni di partito. Poi, per tutti, c'erano i bar (Cortese, Catalano,
Lo Savio). Le ragazze e le giovani donne potevano contare solamente
sulle occasioni di incontro e di formazione propiziate dalle
associazioni cattoliche. La stessa biblioteca comunale, modestamente
fornita, era pochissimo frequentata, nessuna iniziativa culturale
veniva intrapresa. Fu allora che le coscienze e la mentalità di un
discreto gruppo di studentesse si aprirono alla rivendicazione sommessa
di una vita di relazione più ravvicinata all'altro sesso. Questa
esigenza di confronto socioculturale fu da loro
sostenuta e perseguita,
fino al successo.
Fu
così che nel 1964 si istituì il circolo della gioventù. Nella
denominazione c'era la chiave stessa della sua distinzione: laicità e
affrancamento dal vassallaggio politico ai partiti. Ai cosiddetti
fondatori (una decina di persone) si unirono, via via, altri soci fino
a formare un gruppo di 70. Nei paesi vicini nessuna iniziativa del
genere era stata ancora intrapresa e tale originalità suonava, per il
gruppo di aliesi, motivo d'orgoglio e di soddisfazione. Al circolo si
trovò una sede in quel di Santa Rosalia e gli abitanti della zona,
piacevolmente sorpresi ed incuriositi, cominciarono ad abituarsi a
vedere transitare tanti giovani che lì si radunavano. Tra i soci non
c'erano solo studenti e non c'erano solo giovani, quel che contava era
lo "spirito giovanile", come allora si diceva. C'erano anche dei preti,
ai quali bisogna riconoscere meriti di mediazione tra il gruppo e il
territorio, in rapporto all' attendibilità e all'accettazione delle
novità proprie del movimento.
E
così vennero le prime riunioni nella sede, precedute da tanti altri
incontri informali, soprattutto al bar Gerlando. Vennero le iscrizioni,
le autotassazioni, l'assetto interno rappresentativo e democratico, lo
statuto, il regolamento e i referati di commissioni. Vennero
programmate le prime iniziative ed effettuate le relative attività: le
prime conferenze e l'impegno educativo a gestire un civile dibattito;
le prime feste goliardiche con animazioni di diverso tipo, fatte in
nome di un gruppo culturale che cominciava ad istaurare altri stili e
nuove tendenze di costume, il teatro "attivo" nei nuovi locali della
scuola elementare in zona "brivatura tunna". Due ore di spettacolo di
cabaret e di interpretazione scenica della farsa in due atti del
siciliano Nino Martoglio "I civitoti in pretura": un vero successo di
partecipazione; il cineforum nella sede dell'unica sala del cinema
parrocchiale, ai tempi della gestione dei citato Gerlando Lo Savio.
La
serietà di tale iniziativa era accresciuta dall'affiliazione
dell'organizzazione all'associazione nazionale dei circoli del cinema e
dalla programmazione di films di valore che sollecitavano al dibattito
i soci presenti in aula; l'attività sportiva connessa alla costituzione
di una squadra di calcio, che sfoggiava una divisa giallo/oro e verde,
in omaggio al mitico Brasile; l'organizzazione di più edizioni della
festa della Madonna, in piazza Santa Rosalia nel tentativo di animare
con giochi sportivi di gruppo (gimkana automobilistica) e musicali, nel
pomeriggio e in serata, la vigilia del giorno della festa del 2 luglio.
Purtroppo, il clou della stessa restava ancora il cinema all'aperto. E
ancora: i veglioni danzanti nel salone della società mutuo soccorso "di
lu chianu" con rituale elezione dì miss. I veglioni si facevano, in
verità, anche prima di allora con l'esclusiva presenza, però, degli
adulti. Il gruppo del circolo della gioventù allargò tale consuetudine
anche alla fascia più giovane.
Mi
scuso se mi sfugge il ricordo di altre iniziative, ma il tempo passa e
lascia le sue tracce. Mi ricordo, però, che l'esperienza durò pochi
anni (4 o 5) e che le aspettative di coinvolgimento attivo, all'interno
dello stesso gruppo, vennero in parte deluse. L'impegno sincero e
gratuito non piaceva a tutti. Ora per allora è difficile poter valutare
quale sia stato il contributo di questo tentativo di sensibilizzazione
del territorio aliese da parte del gruppo. Spero che qualche idea e
qualche valore intrinseco, a cui credevano tutti coloro che per il
circolo avevano lavorato e testimoniato operosità, apertura spassionata
verso i compagni "d'avventura" e verso la comunità aliese, possano aver
influito, sia pur minimamente, sulle tendenze di costume dei giovani
appartenenti ad epoche successive.
Romualdo Guccione
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L'articolo, già
pubblicato nel
nr. 1/2003 del giornaletto parrocchiale di Alia "LA
VOCE" e quì trascritto, viene offerto a contributo della
raccolta di
documentazione,
in vista di dichiarata intenzione degli ormai anziani-giovani di
allora, soci del "Circolo della Gioventù", di festeggiarne nel 2014 i
50 anni della fondazione.