Ambito di Ricerca:L'aspetto del territorio e del centro abitato
Centro storico (Pove del Grappa)
POVE
L'aria, pulita da una brezza continua, porta il profumo dei boschi. Tra
le case, nei poderi, cresce e si sviluppa l'olivo: questa pianta antica e quasi
magica, simbolo di tenacia e fede, ha trovato a Pove una culla climatica favorevole
entro cui crescere e prosperare.
L'olivo è importante nella tradizione locale: dal
1982 si svolge, la domenica delle Palme, una importante Mostra Mercato che attira
operatori economici e cittadini forestieri.
L'economia, in genere, ha ritrovato, con più moderne
concezioni nella conduzione dei campi e nell'allevamento del bestiame, nella
piccola industria, ma soprattutto nell'artigianato, nuovo impulso, portando
benessere e frenando l'emigrazione.
Purtroppo arti antiche, come quella dello "Scalpellino"
che faceva dei maestri povesi i capostipiti di una scuola nota in tutto il mondo,
sono quasi estinte.
D'altro canto il fascino ed il romantico ricordo di oggi si contrappongono al
duro e difficile lavoro di ieri legato al dramma dell'emigrazione in terre lontanissime.
Il recupero di questa tradizione, che ha visto nel Civico Museo il suo aspetto
saliente, concorrerà a tener viva l'identità del paese, una peculiare
identità che traspare dai circa 50 Capitelli votivi sparsi sul territorio
comunale, nonché dall'altare maggiore della chiesa parrocchiale risalente
al 1700. Altre testimonianze di storia si possono trovare nell'antica Chiesetta
di San Pietro (X Sec.) e in quella di S. Bartolomeo (antecedente al 1000) immersa
nel verde dei cipressi lungo la riva sinistra del Brenta.
Le "Feste quinquennali" del Cristo sono l'avvenimento
principale della vita di Pove fino dal 1500. Le sue componenti sono varie perchè
alla prima matrice religiosa si sono uniti, con i tempi, motivi culturali laici,
ma sempre legati al paese, che ritrova maggiormente se stesso: è proprio
in questa occasione che molti emigrati o loro figli ritornano ai luoghi mai
dimenticati e mantenuti vivi dalla nostalgia. Durante le prime domeniche del
mese di settembre, ogni cinque anni, sotto gli innumerevoli archi eretti lungo
le vie, dalla vicina Bassano si può ammirare il magico chiarore di centinaia
e centinaia di luci che squarciano, quasi gemme di fuoco, il buio di notte.
A quota 1050 s.m. si erge la Colonna, dono della città
di Roma, a ricordare che lì a Ponte San Lorenzo, sul massiccio del Grappa,
fu fermata l'incalzante offensiva austroungarica. Con il Monte Asolone, ricco
di Malghe e pascoli, ha termine il confine montano del territorio comunale che,
dalla riva sinistra del Brenta, si inerpica fino a quella parte del Massiccio
così legata all'ultimo Risorgimento.
Pove è cambiata e al visitatore di ieri appariranno
grandi i mutamenti. Ampie strade e parcheggi, nuovi edifici pubblici per più
efficienti servizi, impianti sportivi e ricreativi, unitamente all'edilizia
privata hanno dato un volto nuovo al paese. Ma è un nuovo accettato dal
vecchio e dall'antico perché li rispetta. A non stravolgere l'identità del
paese hanno concorso tutti, perché al di là delle divisioni politiche,
dei contrasti e delle umane passioni, tutti si sentono soprattutto, e da sempre,
Povesi