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PINOCCHIO_9
( Testo + Audio )
 





PINOCCHIO:

LE AVVENTURE DI UN BURATTINO(1883)


di Carlo Collodi
(1826-1890)

immagine allegata

Voce di Paolo Poli
immagine allegata

 

 

 

 

Pinocchio promette alla Fata di esser buono e di studiare, perché è stufo di fare il burattino e vuol diventare un bravo ragazzo.

 

In su le prime, la buona donnina cominciò col dire che lei non era la piccola Fata dai capelli turchini: ma poi, vedendosi oramai scoperta e non volendo mandare più in lungo la commedia, finì per farsi riconoscere, e disse a Pinocchio:ba s

- Birba d'un burattino! Come mai ti sei accorto che ero io

- Gli è il gran bene che vi voglio, quello che me l'ha detto.

- Ti ricordi, eh? Mi lasciasti bambina, e ora mi ritrovi donna; tanto donna, che potrei quasi farti da mamma.

- E io l'ho caro dimolto, perché così, invece di sorellina, vi chiamerò la mia mamma. Gli è tanto tempo che mi struggo di avere una mamma come tutti gli altri ragazzi!... Ma come avete fatto a crescere così presto?

- È un segreto.

- Insegnatemelo: vorrei crescere un poco anch'io. Non lo vedete? Sono sempre rimasto alto come un soldo di cacio.

- Ma tu non puoi crescere - replicò la Fata.

- Perché?

- Perché i burattini non crescono mai. Nascono burattini, vivono burattini e muoiono burattini.

- Oh! sono stufo di far sempre il burattino! - gridò Pinocchio, dandosi uno scappellotto. -

- E lo diventerai, se saprai meritarlo...

- Davvero? E che posso fare per meritarmelo?

- Una cosa facilissima: avvezzarti a essere un ragazzino perbeneO che forse non sono?

- Tutt'altro! I ragazzi perbene sono ubbidienti, e tu invece...

- E io non ubbidisco mai.

- I ragazzi perbene prendono amore allo studio e al lavoro, e tu...

- E io, invece, faccio il bighellone e il vagabondo tutto l'anno.I ragazzi perbene dicono sempre la verità...

- E io sempre le bugie.

- I ragazzi perbene vanno volentieri alla scuola...

- E a me la scuola mi fa venire i dolori di corpo. Ma da oggi in poi voglio mutar vita.

- Me lo prometti?

- Lo prometto. Voglio diventare un ragazzino perbene, e voglio essere la consolazione del mio babbo...Dove sarà il mio povero babbo a quest'ora?

- Non lo so.

- Avrò mai la fortuna di poterlo rivedere e abbracciare?

- Credo di sì: anzi ne sono sicura. -

A questa risposta fu tale e tanta la contentezza di Pinocchio, che prese le mani alla Fata e cominciò a baciargliele con tanta foga, che pareva quasi fuori di sé. Poi, alzando il viso e guardandola amorosamente, le domandò:re

-Dimmi, mammina: dunque non è vero che tu sia morta

-Par di no - rispose sorridendo la Fata.

-Se tu sapessi che dolore e che serratura alla gola che provai, quando lessi qui giace...

-Lo so: ed è per questo che ti ho perdonato. La sincerità del tuo dolore mi fece conoscere che tu avevi il cuore buono: e dai ragazzi buoni di cuore, anche se sono un po' monelli e avvezzati male, c'è sempre da sperar qualcosa: ossia, c'è sempre da sperare che rientrino sulla vera strada. Ecco perché son venuta a cercarti fin qui. Io sarò la tua mamma...

-Oh! che bella cosa! - gridò Pinocchio saltando dall'allegrezza.

-Tu mi ubbidirai e farai sempre quello che ti dirò io.

-Volentieri, volentieri, volentieri!

-Fino da domani - soggiunse la Fata - tu comincerai coll'andare a scuola. - Pinocchio diventò subito un po' meno allegro.

-Poi sceglierai a tuo piacere un'arte o un mestiere... - Pinocchio diventò serio.

-Che cosa brontoli fra i denti? - domandò la Fata con accento risentito.

-Dicevo... - mugolò il burattino a mezza voce - che oramai per andare a scuola mi pare un po' tardi...

-Nossignore. Tieni a mente che per istruirsi e per imparare non è mai tardi.

-Ma io non voglio fare arti mestieri...

-Perché?

-Perché a lavorare mi par fatica.

-Ragazzo mio, - disse la Fata - quelli che dicono così, finiscono quasi sempre o in carcere o allo spedale. L'uomo, per tua regola, nasca ricco o povero, è obbligato in questo mondo a far qualcosa, a occuparsi, a lavorare. Guai a lasciarsi prendere dall'ozio! L'ozio è una bruttissima malattia e bisogna guarirla subito, fin da bambini: se no, quando siamo grandi, non si guarisce più.

Queste parole toccarono l'animo di Pinocchio, il quale rialzando vivacemente la testa, disse alla Fata:

-Io studierò, io lavorerò, io farò tutto quello che mi dirai, perché, insomma, la vita del burattino mi è venuta a noia, e voglio diventare un ragazzo a tutti i costi. Me l'hai promesso, non è vero?

-Te l'ho promesso, e ora dipende da te.

 

 
     
Edizione RodAlia - 06/10/2021
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