Logo
.
...Data giovedì 19 settembre 2024
...Visite ad oggi 966067  Visitatori
Logo
 

Ambito di Ricerca:Aspetti religiosi
   
IL VANGELO DELLA DOMENICA, 04/06
a cura di Don G:Silvestri
 

immagine allegata 

IL VANGELO DELLA DOMENICA - 4 GIUGNO


SS. TRINITÀ, GIOVANNI 3,16-18

 


In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».


--------------------------

 

immagine allegata

Cambiare idea su Dio: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna Dio». Quando mai s’era detto o pensato così? Quella di Gesù in effetti è una novità assoluta che sconvolge per sempre la storia umana. Non c’è (non c’è mai stato) in cielo nessun Dio giudice impietoso, malvagio, vendicatore, giustiziere, controllore, esattore, mangia creature. Non c’è in cielo nessun Dio solitario, apatico, indifferente alla sorte degli uomini, geloso della sua autorità e del suo potere, invidioso della libertà degli uomini.

 

Dio è amore e solo amore, totalmente amore, da sempre. Ama infinitamente il mondo che è uscito dalle sue mani; perché lo ha fatto Lui. Lo ama tanto e ama tanto noi uomini che lo abitiamo, da aver mandato il suo Figlio in mezzo a noi, fatto carne e uomo come noi, con un corpo come il nostro, con una mente e un cuore come i nostri. Egli, Verbo eterno, si è traslocato per sempre, irrevocabilmente, in mezzo a noi per annullare per sempre la distanza tra il cielo e la terra, tra il Padre e noi; e lo ha fatto perché non percepissimo più alcuna separazione tra Lui creatore e noi creature. Ha rinunziato alla sua onnipotenza, alla sua forza, alla sua grandezza.

 

S’è fatto fragile e debole come noi, perché non ci sentissimo schiacciati dalla sua santità e dalla sua perfezione. S’è messo sul nostro stesso piano, è sceso al nostro livello, perché noi potessimo parlare con Lui da pari a pari, perché potessimo sentirci suoi veri partners e accostarci a Lui aprendo il nostro il cuore alla verità senza costrizioni ma liberamente e gioiosamente. La sua presenza di Figlio di Dio incarnato - vero uomo e vero Dio - ci ha svelato che anche noi siamo ‘figli di Dio’; e avendoci svelato il vero volto del Padre suo, ed essendo disposto a morire per noi, a buon diritto Egli ci ha chiamato anche amici, perché non c’è amore più grande di chi muore per gli amici.

 

In Gesù, Dio si è perciò rivelato pienamente; quel Dio che gli uomini hanno sempre cercato di conoscere e di indagare con curiosità e passione è ora stampato nel volto di Cristo Gesù; quel Dio di cui gli uomini hanno avuto paura, ritenuto irascibile e punitivo, non si nasconde più nella sua natura esattamente opposta. Per farsi conoscere da noi, ha rischiato tutto, anche la vita del Figlio. Ora non ha più nulla da nascondere, non ci sono più segreti per noi; non possiamo più equivocare sul volto di Dio e sul suo atteggiamento verso di noi. Nel volto del Figlio e nel suo cuore, mite e misericordioso, Dio s’è fatto libro totalmente aperto a noi, scrigno prezioso di ogni dono di vita e di misericordia per l’uomo: “Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”.

 

In Lui è la vita. E chi crede in Lui non va incontro al alcuna sentenza rovinosa. Infatti: “Chi crede in lui non è condannato”. Certo è anche detto nel vangelo che “chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio». Ma non sarà Cristo a condannare o a emettere sentenza sull’uomo. Da quando Lui è morto in croce, certa è solo una cosa: sarà l’uomo stesso, se disgraziatamente lo vorrà, ad autoinfliggersi la pena, ad autocondannarsi. Sarà l’uomo a rinunziare liberamente a salvarsi, a privarsi dell’offerta della Sua amicizia, a sottrarsi alla sua proposta d’amore, alla Sua luce, alla Sua verità, al dono del Suo Spirito. Questo infatti il vero peccato dell’uomo, quello contro lo Spirito santo: rifiutare Colui che compie in bellezza e dolcezza l’opera iniziata da Cristo stesso; il consolatore e difensore dell’uomo; Colui che rinnova nell’intimo il cuore dell’uomo e fascia le sue ferite e le sue debolezze; il balsamo di pietà e di tenerezza per ogni uomo smarrito ed errante; il perdono e il sigillo della riconciliazione, della vita vera, libera, gioiosa, buona, fraterna.

 

Oggi la chiesa ci fa celebrare la Trinità Santissima. Mistero difficile, inaccessibile, inconcepibile? In realtà la Trinità è ‘libro’ totalmente aperto alla nostra intelligenza e al nostro cuore. È il mistero di un Dio che è non oscurità ma solo Luce abbagliante; che non s’è ritratto da noi, ma s’è lasciato vedere e toccare nella carne del Figlio Unigenito; che non s’è trincerato in sé, ma nello Spirito s’è svelato a noi solo presenza dolce e soave. Perciò, i poveri, i miti, i misericordiosi, gli umili, i semplici, i bambini, i puri di cuore, lo vedono. Eccome!

 

 
     
Edizione RodAlia - 03/06/2023
pubblicazione consultata 112 volte
totale di pagine consultate 896762
Copyright 2008- Ideazione e Coordinamento di Romualdo Guccione - Realizzazione tecnica del sito di Enzo Callari -