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IL VANGELO DELLA DOMENICA - 25/06
a cura di Don G. Silvestri
 

 

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VANGELO DELLA DOMENICA – 25 GIUGNO


DOMENICA XII – PER ANNUN A - MATTEO 10,26-33



In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l'anima e il corpo.

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». 


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Gesù ha inviato i discepoli nel mondo a predicare il Regno di Dio. Compito esaltante ma difficile e arduo. La reazione può essere lo scoraggiamento. Sono tante infatti le difficoltà e i rischi di chi annuncia il Vangelo e di chi si fa testimone coraggioso del Regno di Dio. Occorre essere consapevoli e non ingenui, davanti a un compito difficile e pericoloso. Rischioso perché? Perché il Regno di Dio ha i suoi nemici, i suoi maligni oppositori. Sono quelli che odiano la verità e la luce. Congiurano ogni giorno contro i giusti e i retti di cuore. Ogni mattino preparano tranelli alle persone oneste e rette. Si spiega allora perché Gesù nel vangelo di questa domenica per ben tre volte incoraggia i discepoli: “Non abbiate paura”.

 

Chi si oppone al regno di Dio, odia la luce e opera nelle tenebre. Il nemico preferisce agire nel buio, pensando di rimanere ignoto. Occorre quindi essere attenti e cauti a chi prepara e tende tranelli nella notte e nell’oscurità. E certo potrà anche capitare di pagare di persona per il male che agisce all’insaputa e nel buio e colpisce alle spalle. Ma arrendersi mai! Il male trionferebbe ancor di più sul bene e l’erba del maligno infesterebbe totalmente il campo di grano. Ecco perché il Signore avverte: ’ “Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto”. Non bisogna perciò avere paura e arrendersi, perché niente rimarrà nascosto di quanto viene operato nelle tenebre; tutto sarà visibile alla luce del giorno. Gli oppositori e i nemici del bene verranno svergognati dalla luce di Dio.

 

Nel frattempo anche i figli della luce devono darsi da fare, memori di quanto dice il Signore: "I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari, sono più scaltri dei figli della luce" (Lc 16,8). Perciò, occorre essere prudenti e intelligenti, e resistere fortemente. Occorre svelare quanto avviene negli anfratti del potere, nelle trame dei malvagi che pescano nel torbido della società; rivelare i disegni nascosti di chi, nelle istituzioni e nelle leggi congiura contro il povero e il debole; denunciare le trame e gli inganni che vengono ordite contro gli umili e i deboli: “Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze”.

 

“E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l'anima e il corpo”. In questo secondo invito il Signore mette in guardia i discepoli dall’avere paura anche di chi può minacciare e far male alla nostra vita fisica, al nostro corpo. Il discorso è veramente arduo. Ovviamente, nessuna vocazione al martirio; ma nessuna paura della persecuzione o della morte, se è vero– come dice il Signore – che è in gioco la nostra ‘vita’, la nostra anima. Non possiamo svendere la nostra anima e la nostra coscienza.

 

Unicamente di questo dobbiamo avere paura: di cedere alla malizia e alla disonestà, di perdere la nostra anima e la nostra coscienza, di diventare complici delle tenebre. Abbiamo perciò il dovere di opporci a chi vuole distruggere la nostra coscienza, a chi vuole corrompere la nostra anima e la nostra mente, a chi vuole rubarci la verità e l’onestà, a chi vuole toglierci la libertà di uomini e fare schiavo il nostro spirito.



Paura? Si, molta, moltissima, ma di noi stessi. Paura di chinare il capo e di diventare corrotti e complici, di cedere vilmente alla prepotenza e all’arroganza, di vivere nel compromesso e nell’ipocrisia; paura di restare impigliati nelle vergognosa trama dei malvagi, e di dover camminare sempre con la schiena curva e servile.

 

Terzo invito: “Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!” La nostra vita è preziosa, infinitamente di più di quella di qualche passerottino. Niente avviene all’insaputa di Dio. Non ci è concesso perciò sciupare la nostra libertà e buttare via la nostra anima, perdere la nostra dignità ad opera dei figli delle tenebre. Siamo chiamati a un discernimento capitale per salvare la nostra vita. Un interrogativo su tutto dovrebbe frullare nella nostra mente: “Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?” (Lc 9,25)

 

Alla fine del brano il Signore invita a considerare le conseguenze della paura. Dalla paura nasce infatti la doppiezza dell’atteggiamento, l’incoerenza, il compromesso, l’ipocrisia, l’incostanza nella fede, il rinnegamento, il tradimento. Ovvia la reciproca: “chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”. La paura non salva, è un auto-condanna. Una fede timida e impaurita non è degna di chi segue Cristo come discepolo e testimone. La paura rende privi di anima e di coscienza. Quelli che si vergognano di Cristo si privano del loro nome proprio, diventano anonimi, irriconoscibili, si privano della dignità e della libertà, tornano nel buio della notte e delle tenebre. Perciò Cristo, nel suo giorno, non saprà né potrà riconoscerli.

 

La pagina di vangelo ci avverte quindi della serietà della nostra fede. Del rischio della paura e delle sue conseguenze. Ci avverte dell’arduo compito della nostra missione, ma anche della grandezza della nostra chiamata, dell’affascinante servizio alla luce e alla verità. Senza spavalderia, senza fanatismo, senza imprudenza, con costanza e fermezza, con umiltà e coraggio, con fiducia e speranza nel Dio che vede tutto, i discepoli di Cristo testimoniano, da risorti con Lui, la bellezza della luce del giorno e della trasparenza del bene e della verità. Chi fa il bene viene alla luce e diventa luce.

 

 
     
Edizione RodAlia - 24/06/2023
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