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RICORDANDO GIULIA: STORIA DI UN AMORE
 



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RICORDANDO GIULIA: STORIA DI UN AMORE

Era il 3 novembre del 2022, quando la mia amatissima Giulia ha lasciato questo mondo e tutti gli affetti familiari e parentali di cui godeva.

 

Se ne è andata, serenamente, nel sonno, tra le mura di casa sua, vegliata per i prescritti giorni precedenti il funerale.

 

Se ne è andata, lasciando in eredità a chi le ha voluto bene un modello di vita consacrata all’amore della famiglia e al coraggio con il quale l’ha saputo curare, proteggere e sostenere nei momenti difficili.

 

A ben pensarci, tutto è stato scritto dalla mano di Dio, che mi ha guidato, allora come ora nei momenti arcani e decisivi della mia vita. Aveva ragione mio padre, quando mi diceva che la donna della mia vita era già stata assegnata dal Padre eterno, nonostante le occasioni personali di ricerca e di scelta che avrei potuto avere nel corso degli anni.

 

E così è stato ! Dopo aver insegnato in Sardegna per due anni, il richiesto trasferimento nel Veneto si realizzò con l’assegnazione di sede a Bassano del Grappa, tra le altre 9, da me indicate nella provincia di Vicenza.

 

Bassano mi entrò nel cuore da subito. E lo stesso avvenne quando incontrai Giulia all’interno della palestra comunale, che per caso fui invitato a frequentare da una collega della scuola ad essa attigua.

 

Fui incantato dalla sua bellezza, dalla sua giovialità e dalla disponibilità simpatica verso un “non veneto”. Simpatia che, tra l’altro, esprimeva, ricambiata in tutto il gruppo di ginnastica costituito. Ne fui subito un po' geloso, anche perché, tra i vari compagni ammiratori, c’era quello palesemente più ardito e interessato a lei.

 

Giulia non lo disdegnava, essendo alla ricerca di trovare un compagno di vita dopo la sua vedovanza, avvenuta 5 anni prima, e con il pensiero di crescere due bambini orfani.

 

Le iniziative di incontro nel gruppo di ginnastica favorivano gli incontri conoscitivi tra me e Giulia restandone sempre più affezionato, sebbene fossi promesso, non convintamente, ad una ragazza del mio paese natio siciliano.

 

Sentivo che Giulia potesse essere la compagna giusta per me, ma mi dissuadevano certe considerazioni su un eventuale mio impegno di gestione di una famiglia consolidata di 4 persone, presente anche la di lei mamma Valeria.

 

Pensavo alla separazione dai miei genitori e dalle mie sorelle, che avrei disilluso, rinunciando ad una loro attesa convivenza al mio paese. Mi confortava, in un certo senso, la disponibilità affettiva espressa istintivamente da mia madre verso Giulia, in occasione del loro incontro a casa nostra, al tempo del primo viaggio in Sicilia nel 1973.

 

Giulia l’aveva apprezzato molto e lo ricordava con piacere, ad ogni occasione.

Fu così che, frequentai Giulia a casa sua, in un breve periodo durante le vacanze estive, con la scusa di dare una mano a tinteggiare qualche locale di casa.

 

Innamorato com’ero, feci quello che mi sentivo di fare, assumendomi la responsabilità del mio gesto, considerata la complessità della situazione: all’ombra di un salice del giardino di casa, le chiesi di sposarmi. Mi rispose di sì e da quel momento inizio la mia felicità.

 

Un anno prima, mi ero reso libero dall’impegno dal fidanzamento con la ragazza del mio paese con una procedura drastica da parte mia e amaramente discutibile in ambito familiare.

 

Quando decisi di fare il passo con Giulia, iniziava per me il ruolo ufficiale di insegnante con sede definitiva alla scuola media Bellavitis di Bassano.

 

Fu questo un altro tassello positivo che si aggiunse al quadro generale tanto da “bruciare le tappe” per organizzare il matrimonio che si celebrò nella chiesa di San Giuseppe il 20 ottobre 1973, in presenza piuttosto intima di qualche parente ed amici, miei e suoi.

 

Nonostante fossero stati invitati, non vi parteciparono gli zii Gigi e Italia, residenti a Bassano, contrariati dal fatto che Giulia, fino allora ritenuta in loro gran conto, avesse gestito il brevissimo fidanzamento con me in maniera autonoma, senza la loro approvazione.

 

Mamma Valeria ne restò molto dispiaciuta, ma la ripagò l’evidente felicità della figlia e il senso di favore al matrimonio che manifestavano i due figli Nicola di 11 anni e di Rita di 8 anni.

 

Nessuno dei miei parenti fu presente al matrimonio, non per avversità ad esso, ma per circostanze di lutto e di indisponibilità a viaggiare da parte dei miei genitori, già anziani. Tant’è che, subito dopo, io e Giulia andammo in Sicilia a far partecipi Mamma, Papà, sorelle e parenti stretti del nuovo stato coniugale. Avemmo allora una bella accoglienza, impreziosita dalla loro benedizione, in particolare da quella santa donna di zia Concettina.

 

Dalla nascita di Davide, l’anno dopo, 1974, fino al 1979, la vita coniugale trascorse serenamente con la sua crescita e quella dei fratelli, che profittavano negli studi e che si iniziavano alla vita sociale, frequentando luoghi di aggregazione soprattutto a Bassano.

 

Il 1980 fu , per la famiglia, l’anno funesto a causa del grave incidente occorso a Nicola, le cui conseguenze si protrassero a lungo, intristendo la vita di tutti quanti e lasciando lui in situazione di handicap fisico permanente ancora oggi, che di anni ne sono passati più di 40.

 

Nicola, fin da allora, è stato aiutato da tutta la famiglia, ma bisogna dare merito a Giulia, sua mamma, di essersi spesa in maniera incondizionata per facilitarne il recupero in campo riabilitativo e scolastico. Fu così che Nicola da ex studente di Istituto tecnico ottenne nel 1993, a 31 anni, il diploma di geometra. Bella e grande testimonianza di cuore di mamma. Nicola ancora ora, associa il ricordo del lieto annuncio, da lei fattogli personalmente con un abbraccio, a quello più bello della mamma.

 

E che dire degli altri due figli, Rita e Davide, verso cui ebbe sempre particolare attenzione a seguirne le vicissitudini di studio e di lavoro, senza mai interferire nelle loro scelte, incluse quelle sentimentali.

 

Seppe sfruttare le sue doti di acume, buon senso e intelligenza per maturare, nel tempo, una mentalità aperta, che ha trasmesso, in famiglia, a chi l’ha saputo cogliere, in particolare a Rita, che, relazionandosi con il cubano Douglas, divorziato con una figlia a carico, a matrimonio avvenuto, ha formato vicino a casa nostra una famiglia, allietata dalla nascita, nel 2007, di un bel bambino “ambrato di carnagione” di nome Marco.

 

Nonostante io fossi più giovane di lei di 7 anni, la sua avvenenza e prestante fisicità ci facevano apparire quasi coetanei. Fu figlia e madre amorevole nel contesto familiare prima e dopo la sua vedovanza, ottemperando a tutti i suoi obblighi educativi di memoria del defunto marito e genitore Nicola. Anche se con una comprensibile punta di disagio, non ci fu mai un mio dissenso, nel rispetto di onorarne la memoria: al cimitero si andava tutti assieme.

 

Ancora oggi, la famiglia conserva , raccolte in album, le foto del suo precedente matrimonio con Leandro all’età di 25 anni, raggiante di felicità, e molte altre, del suo periodo giovanile.

Mostrò sensibilità e rispetto verso di me, riguardandole raramente e mai da sola. Qualche mese prima di andarsene, per sollevarla un po' dal suo stato depressivo, dovuto alla malattia, fui io a sollecitarne il ricordo, in occasione di qualche chiacchierata sui tempi passati. Simile atteggiamento di riserbo nei miei confronti, tenne a sua volta anche Mamma Valeria.

 

Giulia fu maestra di scuola elementare, esercitando con senso di missione la professione, e ponendosi con simpatia e benevolenza verso alunni, genitori e colleghi.

 

A parte le annuali, pur obbligate vacanze estive nella casetta al mare di Ca’ Savio, assieme, avemmo occasione, viaggiando, di godere della conoscenza di luoghi culturalmente interessanti: Sicilia, Toscana, Sardegna, Francia, Germania, Tunisia, Portogallo, Olanda, Rodi, Spagna (Cammino di Santiago di Compostella). Tutte esperienze che ci hanno allietato momenti di vita vissuta assieme e di cui resta testimonianza fotografica.

Grazie, Giulia!

Mi piace ricordare il suo primo viaggio in Sicilia, al tempo della nostra stretta amicizia. Era l’inizio dell’ estate del 1973, quando, su mio invito, Giulia, ebbe il coraggio di raggiungermi al mio paese di Alia, facendo da sola, il viaggio in treno. Al suo arrivo, a bordo della mia nuova “Amì 8 Citroen”, andammo in casa di mia sorella Anna, che pur ancora addolorata per la morte di Sebastiano, suo marito, ci accolse con favore ed allegra simpatia, dimostrando di avere mentalità aperta.

 

In serata, ci trasferimmo in casa dei miei genitori, ad Alia, dove l’accoglienza fu altrettanto buona, ma un po' guardinga, almeno da parte di mio padre. Da lì, il giorno dopo, iniziò il giro turistico a Catania, organizzato assieme al nostro amico e collega Gianni Cantone, nativo del luogo. L’accoglienza della sua famiglia fu strepitosa e commovente. Nei giorni seguenti, dopo l’ascesa in teleferica al cratere dell’Etna seguì la visita alla città di Siragusa, in particolare, alla zona archeologica.

 

A conclusione di quel viaggio e di quella esperienza così coinvolgente e bella, soprattutto per Giulia, mi resta un ricordo ancora vivissimo. Non ne posso dimenticare un particolare che, all’inizio feci fatica a capire, ma che poi, riflettendoci, interpretai, con gioia, come un segno a mio favore.

 

Reduci da felici giorni passati assieme, quella mattina, eravamo in macchina pronti per ripartire verso Alia, quando Giulia ebbe un momento di commozione, accennando un sommesso pianto. La cosa mi sorprese molto e gliene chiesi la ragione. Non mi rispose, ricomponendosi subito e lasciandomi nel dubbio sul senso da dare all’accaduto: sconforto o gioia ?

 

Il gran passo decisivo tra noi non era stato ancora fatto e il suo pensiero, in quel momento forse fu di preoccupazione sull’eventuale o probabile decorso negativo che potesse avere la nostra relazione, stante la sua particolare situazione familiare a Bassano, con in casa 2 bambini e mamma Valeria, a cui era molto affezionata, come figlia e come madre. “In primis”, tra l’altro, era stato da lei dichiarato che mai avrebbe vissuto in Sicilia, pur entusiasta com’era di essa.

Così lo interpretai, prefigurandone, però, il senso positivo, sulla base del mio già maturo convincimento a condividere la nostra futura vita in casa sua, a Bassano.

 

Non mi resta altro da dire, se non di ringraziare, tramite lei, il buon Dio e la Sua Provvidenza che mi ha permesso di incontrarla lungo il cammino della mia vita.

 

Ciao, Giulia !

 

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Edizione RodAlia - 07/08/2024
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