"...Anche nelle case dei contadini, dei burgisi si ballava, al suono di chitarre e mandolini (due strumenti che all'epoca molti sapevano magistralmente suonare) e si trascorrevano lietamente le ore delle notti di carnevale. Gli invitati, vestiti con gli abiti migliori, seduti nella stanza della festa, lungo i muri come fossero incollati alle pareti, venivano intrattenuti con offerte di buon vino e, ogni tanto, tra una mazurca e una polka, mentre i suonatori si riposavano, i padroni di casa passavano con le guantiere piene di dolci e, soprattutto, di ceci, fave e mandorle "caliati". Sorridenti e spensierati, si scambiavano allegramente risate e lazzi. Sģ, erano meno fastose quelle serate dei contadini, ma la gente si divertiva con generositą , pari alla loro semplicitą. Le note aleggiate dagli strumenti si spegnevano pł pģresto che nelle dimore dei benestanti; non duravano sino all' alba: a quell' ora i contadini erano gią sui campi a lavorare..."
(tratto da "GIORNI VISSUTI COME SE FOSSERO ANNI" di Liborio Guccione, giornalista e scrittore aliese, che ambienta tale sua opera nel paese natģo degli anni '30 - '40)
tango
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