Da 40 anni ne sono lontano ma, di tano in tanto, ad
Alia ritorno per “darci un'occhiata” e per incontrare qualche
vecchio amico o parente.
E' l'occasione questa
per “tarare” meglio il mio immaginario con la realtà,
quell'immaginario che ognuno, andando via, porta con sé e che ama
custodire, essendo esso le sue radici.
Quindi, chi come me ritorna, prende le cosiddette
“misure” al suo paese, per vedere come esso sia cambiato nel
tempo.
Ma non tutti hanno questa
fortuna; c'è chi, dopo tanti decenni, non è più ritornato e forse
non ritornerà più. L'età avanzata non gli permette neppure di
usufruire direttamente o per interposta persona di parenti
conviventi, purtroppo disinteressati al loro antico retaggio, delle
nuove tecnologie della comunicazione che hanno molto ridimensionato
le categorie del tempo e dello spazio. Oggi, navigando in internet si
possono avere connessioni con tutti i paesi del mondo e con qualsisi
persona pur lontanissima.
Da alcuni anni, da quando esiste il
portale web It Alia www.assarca.com, del nostro
paese si può vedere e sapere molto di più rispetto a prima (più di
5000 foto, notizie di cronaca e frammenti di cultura siciliana),
tanto da poter dire che, attraverso questo strumento, si può capire
come il nostro ambiente sia cambiato o stia cambiando.
Un
altro portale web, Gentes www.retaggiodellegenti.com,
cerca di proporre ricerche mirate su Alia di una volta e Alia di
oggi, favorendo così il confronto e la lettura del
cambiamento.
Naturalmente, esiste anche il portale web
ufficiale del Comune di Alia, www.comune.alia.pa.it,
dove si possono trovare notizie ed aggiornamenti della vita
amministrativa e politica locale.
Scrivo le seguenti note, pensando quasi
esclusivamente a questi vecchi emigrati aliesi, che vivono, senza
riscontro reale ed aggiornato, il loro immaginario del paese.
Personalmente chiedo scusa agli aliesi residenti per eventuali
aspetti riduttivi della lettura “affrettata” di Alia, da me
fatta, stante la mia brevissima e fugace, seppur periodica,
apparizione.
il paesaggio:
è
sempre quello, nella sua struttura generale, ma un po’ampliato
nella periferia di villaggio Chianchitelli, con l’insediamento di
una zona artigianale, di una nuova chiesa e di strutture sportive
(campo di calcio, campo di tennis e piscina). Da lontano, il
paesaggio appare più luminoso di prima, a causa della
ristrutturazione delle facciate di molti edifici.
la
viabilità:
è
migliorata molto nonostante la caratteristica struttura del
saliscendi e della tortuosità delle vie. Comunque, ora esse sono
tutte lastricate o asfaltate. Dove non è stato possibile farlo, ci
sono gradini e marciapiedi. Le buche e le pozzanghere di una volta
sono un brutto ricordo. Con mezzi motorizzati, si possono percorrere
molte strade.
Alle numerose auto e
moto dei residenti si aggiungono, nel periodo estivo, quelle dei
turisti (soprattutto emigrati aliesi), che provocano problemi di
transito e di parcheggio. Non mancano i sensi unici.
L’illuminazione
pubblica delle vie, una volta debole ed essenziale, ora è
migliorata. Lungo le vie principali fanno bella mostra di sè
artistici lampioni.
le
campagne:
in
genere, non sembrano curate e animate da contadini e braccianti come
una volta; molte sono state perfino abbandonate nell’uso delle
coltivazioni estensive del grano e delle fave: lo scarso reddito
percepito dai singoli proprietari ha determinato, nel corso di alcuni
decenni, il fenomeno migratorio verso il nord Italia, verso qualche
paese europeo e oltre Oceano.
Il
commercio dei prodotti della terra ha subìto una forte flessione,
compensandosi in minima misura con lo sviluppo del settore
terziario.
L’attività agricola
che ancora vi si svolge si avvale di moderna meccanizzazione per
l’aratura, per la trebbiatura e per il trasporto delle merci.
In
campagna non si va più con muli ed asini, definitivamente scomparsi,
ma con motocarri e camioncini.
Le
stalle di una volta sono state trasformate in garages. L’ambiente
ne avrebbe guadagnato in decoro ecologico, se a prendere il posto
del cattivo odore degli escrementi degli animali non ci fosse quello
dei gas di scarico delle automobili, camion e motociclette.
Un maggior benessere e la timida apertura di nuova
mentalità ha contribuito a decentrare nelle campagne vicine al paese
nuove costruzioni di prima o di seconda casa. Le politiche
provinciali e regionali di penetrazione agraria hanno trasformato i
viottoli e le trazzere in strade asfaltate. In campagna è arrivata
anche l’energia elettrica e nelle cosiddette “serre” si
cominciano a vedere le prime pale eoliche.
Con il contributo proveniente da fondi pubblici sia
regionali che europei, proprietari di vecchie fattorie e masserie
hanno avviato attività imprenditoriali legate al territorio (per es.
agriturismi), dando impulso al turismo locale.
la
gente:
nell’aspetto
fisico, mantiene i tratti tipici degli aliesi, anche se le mode del
vestire sono cambiate. Esse sono quelle che oggi si possono
riscontrare ovunque in Italia: i mezzi di comunicazione di massa
hanno livellato dappertutto la tendenza consumistica.
Il colore nero, una volta dominante per ragioni di
convenienza e di consuetudine, ora è il colore dell’abbigliamento
elegante.
Complessivamente, la gente
vive con decoro, pur usufruendo di un reddito basso o modesto.
Le
case sono ben tenute all'esterno e all'interno, dove non manca un
moderno arredamento e la funzionalità di elettrodomestici di ogni
tipo. Le vecchie cucine a carbone e legna non esistono più. Ora il
combustibile usato per le cucine e il riscaldamento è il gas metano
distribuito in rete.
Le
persone anziane vivono, in genere, con la pensione sociale o con le
rimesse di parenti tuttora emigrati in Italia o all’Estero.
La gioventù, senza reddito proprio da lavoro (per
essa, obiettivamente inesistente) grava sui propri parenti (genitori,
zii e nonni). Ciò permette ai giovani di mantenersi agli studi, di
usufruire anche delle nuove tecnologie della comunicazione e
dell’intrattenimento audio video; del possesso di motocicli, della
frequentazione di locali vari (bar, pizzerie e sale gioco).
Il fervore religioso di una volta relativo alle
rituali funzioni è scemato, nonostante il perdurare dello
svolgimento di numerose processioni e celebrazioni. Tra queste
ultime, la più partecipata è quella del 2 luglio in onore della
Madonna delle Grazie.
La
partecipazione alla politica locale è più consapevole di prima,
vista la maggior preparazione culturale degli eletti.
il
tempo libero e il lavoro:
si
potrebbe dire che di tempo libero ce ne sia tanto, ma forse è una
esagerazione! Lavorano le maestranze legate all’edilizia, alla
meccanica, all’agricoltura, alla produzione dei formaggi, alla
panificazione, alla vendita al minuto di prodotti vari. Lavorano
alcune figure addette ai servizi, indispensabili ad una piccola
comunità di 4.184 abitanti.
Giovani adulti ed anziani
trovano luoghi ed opportunità per svolgere attività di vario tipo
secondo la loro età: i giovani prediligono lo sport che esercitano
in campi di calcio, di tennis e nella piscina comunale; nel gioco
delle carte, presso bar e vecchie associazioni di mutuo
soccorso.
Gli anziani si ritrovano
presso il loro centro diurno, in zona Bordone, dove organizzano
eventi vari ed intrattenimenti di musica e ballo, in occasione delle
principali ricorrenze civili e religiose.
I
giovani, per lo più forniti di moto, scorazzano per le vie del paese
e partecipano a raduni.
Le
festività religiose con appendice di intrattenimento folckloristico
accomunano nello svago un po’ tutta la popolazione. Ora, rispetto a
prima, c’è più musica e più spettacolo.
l'istruzione
e la cultura:
il livello
culturale è molto più elevato di prima, grazie alla frequenza in
paese di scuole elementari, medie e superiori e alla prosecuzione
degli studi universitari a Palermo. Esiste una biblioteca ben
organizzata; ci sono musei legati all'antica storia del territorio;
si cominciano a promuovere eventi
artistici
inerenti alla tradizione religiosa e al folklore che coinvolgono la
gente del luogo.
Nonostante
ciò, le professionalità presenti sono sotto occupate o addirittura
disoccupate così come le altre forze di lavoro. Questa è la nota
dolente che accomuna un pò tutti, ma soprattutto i giovani. Per
qualcuno di essi, tra i più coraggiosi ed avveduti, l’opzione
dell’emigrazione più o meno lontana è indispensabile per
impostare il proprio futuro.
indimenticate
e ritrovate sensazioni:
sono
esse quelle degli odori, dei suoni e delle voci.
- a seconda della stagione, si sente ancora, nel
centro abitato, il buon odore del sugo di pomodoro, delle verdure
tipiche, spesso cresciute spontanee, della carne di castrato
arrostita, della salsiccia, del mosto, delle olive spremute nel
frantoio, dei dolci tipici, che ancora si fanno in casa, del pane
appena sfornato ecc.. C'è ancora il gusto del mangiare paesano, con
tutte le antiche ricette.
- tra i
vecchi rumori /suoni, non ci sono più quelli degli animali domestici
o da soma (le galline, i maiali, le capre, i muli, gli asini); è
rimasto però quello delle campane delle chiese e dell’orologio
della Matrice. Per ogni aliese, i loro rintocchi costituiscono un
vero e proprio linguaggio che esiste da lunghissimo tempo. In
determinate occasioni celebrative, riappare il vecchio suono del
tamburo, che è stato perfino rivalutato dalle nuove
generazioni.
- a sentirli, il suono
delle voci e quello della parlata della gente infondono il piacere di
sentirsi finalmente a casa propria. L’identificazione
dell’appartenenza espressiva alla parlata è costituita sicuramente
dall’intonazione e dall’uso del lessico, anche se, nel tempo, il
dialetto ha perso alcune caratteristiche cosiddette “arcaiche”
della versione popolare, propria del mondo agro-pastorale. Il maggior
livello culturale acquisito e la massificazione televisiva hanno
contribuito ad ingentilire le espressioni ed a veicolare l’uso di
un dialetto spesso italianizzato. Parlare alla vecchia maniera non è
più di moda.
le attività
commerciali:
nei vari
settori, produttivo e di distribuzione/vendita appaiono a livello
medio-basso, in conformità alla domanda di mercato.
Sono
cambiate le tecniche del lavoro agricolo, molto regredito rispetto a
prima, così pure sono cambiate quelle del lavoro pastorale, sebbene
il prodotto sia sempre di buona qualità.
Sono
frequenti le iniziative di consorzi comunali per incentivare il
commercio di vendita diretta dal produttore al consumatore di
prodotti tipici locali: non si vedono più bancarelle allestite alla
men peggio, ma piccoli stands con gazebo, disseminati lungo le
piazze e le vie principali del paese. Non mancano i periodici
mercatini settimanali in cui, durante tutto l’anno, si vendono vari
prodotti. Ci sono anche i supermercati.
Per le vie carrozzabili, circolano motocarrozzette
con le quali gli ambulanti vendono soprattutto pesce ed ortaggi,
decantandone la qualità e la convenienza di prezzo.
L’era
tecnologica ha livellato anche qui, al pari di qualsiasi altro centro
cittadino, le tendenze consumistiche dei telefonini cellulari; è
tutta una rete di connessioni senza limite di esborso per le relative
ricariche, soprattutto per il settore giovanile. A sopportarne il
peso è il magro bilancio familiare. L’abbigliamento dei giovani è
abbastanza decoroso e perfino alla moda.
Nonostante il loro apparente disimpegno e relativo
godimento materiale, bisognerebbe dare fiducia a questi giovani,
perché rappresentano la speranza e la forza viva del paese, la cui
popolazione è ormai costituita da persone anziane, dedite più al
ricordo del passato che alla progettazione del futuro.
Dalle
nuove leve ci si aspetterebbe un grande salto di qualità dello
sviluppo economico del loro territorio, che passa per una
ristrutturazione intercomunale della viabilità, consona ad un
progetto di scambi commerciali veloci dei prodotti locali da
“reinventare” e da destinare a mercati inesplorati su lunga
distanza.
Da parte degli adulti, che
hanno in mano le sorti socio-politiche locali, varrebbe la pena di
puntare sul loro ”protagonismo”, affinchè si
svegliassero dal torpore in cui si trovano e avessero più fiducia
nella loro intelligenza e nel loro spirito di affermazione che mai
sono mancati agli aliesi, cosi come testimoniano coloro che da Alia
sono emigrati per le vie del mondo, costruendo con onore e prestigio
il proprio futuro, orgogliosi delle proprie radici.