"Angele Dei,
qui es custos
mei... "
E’ ura di
famiari,
dice nonna a se stessa, dopo che ha, già, portato la legna nel
rettangolo terragno di cucina, nel cui angolo, prospiciente la porta, e
la porta, il sole a mezzogiorno, campeggia il forno, rispetto agli
altri membri di un complesso, unificato dall'architettura a gamma
maiuscola e dal comune fine della cottura degli alimenti, a legna e a
carbone, mentre il pane lievita , sotto coltre, sul tavolo, attorno al
quale, a pranzo e a cena, seggono, tra grandi e piccoli, sino a 10
commensali...
In pochi, crepitanti, secondi, grazie alla sacra
paglia, il forno s'incendia, si illumina e se ne scopre l'interno,
ignoto, sempre, sinché le fiamme non ne abbiano rivelato, tutte le
volte che si famìa, la sua antica, forma, ad
emisfero; lu cielu, appunto, tutto di mattoni di
nostrale stazzone...
Il
suolo, ora, occupato da legna ardente, si manifesterà, parzialmente e
con qualche aporìa, non appena nonna avrà fatto mutar posizione al
fuoco, e nella sua interezza circolare, all'atto della scupuliata
, prima di infornare il pane, al lume di la cannila ad
uogghiu...
A mano a mano che la legna si consuma, altra ne mette l'ava, con gli
occhi, frattanto, a lu cielu di lu furnu,
per vedere se accenna a schiarirsi, indi provvede ad una prima
rimozione di detriti incandescenti, dopo aver portato la legna tutta da
un lato, armeggiando cu rastieddu e palittuni, e
mettendo il tutto in quel portento di economy che è
l’accupaluci.
Altra legna, altra sottrazione di ardenti carboni, fino a quando il
cielo di mattoni non sia bianco come vuole lei, attenta, ancora, a che
il suolo sia adeguatamente e uniformemente riscaldato, perché non
succeda di sfornar pane scarsu di suolu..
Talora il forno, o, per il gran freddo, o, per altra causa, magari per
il pane, troppu scriscintatu,
poco maneggevole, quindi, e di difficile traslazione sulla pala e, di
là, sul suolo del forno, attraverso quel destro movimento, ben noto a
quanti frequentano pizzerie, restituiva un po' di pani, specialmente,
tra quelli più vicini alla bocca del forno, crudi, anzi che no, per
cui, destinati al rinforno, in una cu lu canigghiottu,
per il cane ...
Pani a lu rinfurnu,
dal caratteristico odore, colore, consistenza, sapor di bellica
galletta, o di certa fetta biscottata di moderna, rinomata, industria
alimentare...
Talaltra, il forno, già bello di candore e di splendore, ancor,
rischiarato da sinistrorsa fiamma, accoglieva uno speedy stage
di vasteddi, subito, gonfie, come air
mattresses, colorite, invitanti...
E
quando cielo e terra, in armonia, cantano la bianchezza e la luminosità
di quel tempio circolare, in scala, tutto di mattoni cotti e stracotti,
allor nonna, toglie l'ultimo fuoco, mette alla porta un fumante
tizzone, scupulia, cu scupuni vagnatu, il forno, or
buio, al
lume della lampada ad olio, e, supportata, in questa delicata fase, da
altra persona, amorevole, nell'atto di prendere ciascun pane dal letto,
per deporlo sulla pala, esegue, nel minor tempo possibile, un'infornata
di una quindicina di pani, compreso quello da rendere alla vicina ...
Lu pani è grazia di Dio e un po' filari o mucari nna lu
cufinu, e, quando è andato a male, neppur le omnivore galline
ne vogliono...
A proposito di grazia di Dio, era nonna che, al mattino, cci
pizziava il pane nella tazza, versandoci, poi, il latte
bollito; pane sicuro, anche se, spesso, raffermo, e quelque
morceau,
all'essenza di agrumi...
Dopo che noi, col cucchiaio, avevamo portato in bocca e consumato i
pezzettini intrisi di latte, bevevamo il latte rimasto, trascurando il
deposito di mugghicagghi
del fondo della tazza ...
Allor nonna frenava il nostro impulso a tagliare la corda, e ci diceva
che non potevamo lasciare là, quegli angioletti, che, a turno, ci
avrebbero custoditi, per tutto il santo dì... Me, tibi,
commissum pietate superna; hodie, illumina, custodi, rege et guberna.
Amen
Didacus
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pubblicato nel Periodico parrocchiale di Alia "LA VOCE", nr.3/97, pag.3
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