"Viaggiu a piedi scausi"
"Viaggiu a piedi scausi"
Anche
noi ricordiamo di avere sfilato, ancora ragazzi, cu' rubbuni russu e
sarpiddizza bianca, merlata, a piedi scausi, nella interminabile
processione di lu du' Lugliu. Erano tempi duri, per noi studentelli,
come pì burgisi e maistranzi, quelli che precedevano la festa, sia che
ci trovassimo a Cefalù, sia a Palermo, sia a Termini Imerese, per le
peripezie dell'ultimo scorcio dell'anno scolastico. Ci sentivamo cosi
sballottati per il vasto mare dell'inquietitudine, da raccomandarci
alla Madonna perché intervenisse a che fossimo rimandati, almeno, dato
che la promozione ci appariva come un'Itaca bella e impossibile, che
noi, anche in quel caso, avremmo compiuto un viaggiu a pieri scausi a
la Madonna di li grazzi ....Era un modo, anche, per stabilire un
aggancio con la festa, che, sennò, nelle condizioni difficili in cui
versavamo, ci sarebbe apparsa, come la promozione, così distante e
irraggiungibile, nonostante la sua vicinanza.
Il cittadino
aliese, vicino o lontano, all'Alia o la campìa, in Sicilia o na lu New
Jersey, in un frangente di pericolo o solo in difficoltà, si rivolge a
Maria Sanctissima omnium gratiarum, patrona del paese e fuori, e allora
egli farà un viaggio ad Alia, per sciogliere il voto, in occasione
della festa di la Madonna, impressa nella sua mente e nel suo cuore
come può essere l'indipendence Day per un americano e il Palio per un
senese, ricorrenti l'uno il 4, l'altro il 2 luglio.
Di solito la
promessa non è perentoria in relazione al tempo, perché mille
difficoltà possono intervenire ad impedire una prossima realizzazione
del viaggio, specialmente quando c'è l'oceano dì mezzo, ma non si
transige sulla necessità di sciogliere il voto quando che sia. Anche
dopo dieci anni. E talora, quando se n'è sciolto uno, ce n'è già un
altro in lista di attesa. Talaltra sono i figli a sciogliere il voto di
uno dei genitori. E' un impegno religioso che porta certi emigrati a
ritornare ad Alia ancora una volta. "Devo venire
immancabilmente ad Alia picchì aju na purmisioni a la Madonna ...",
scrivono o telefonano accoratamente... Ma, in realtà, la promessa è
anche un inoppugnabile motivo con cui nascondono, con pudore,
l'incontenibile, immenso desiderio di ritornare neilla propria, dolce -
amara, terra.
La processione di allora e di sempre, per omnia
saecula saeculorum, imponente per il numero di persone che vengono da
tutte le parti del mondo, è commovente per l'interminabile sfilare di
fedeli, a piedi scalzi, con torcia accesa in mano, da cui colano
abbondantemente grosse gocce di cera vergine che rendono sdrucciolevoli
le strade e macchiano il devoto vicino sotto vento ...
"C'è Pina di l'Inghilterra'.": "Cè Tresa di lu
Venezuela!"; "C'è totò di lu Sud Africa' ".
si sente osservare, a fìl di voce, ma, con meraviglia, da qualcuno
della gente che fa ala al passaggio dell'interminabile corteo.
Ci
sono persone che non conosci e non conoscono te, perché ormai lontani
da troppo tempo, o perché figli o parenti acquisiti, di altra
nazionalità, che hanno imparato ad amare la Nostra Madre, grazie a un
figlio con cui si sono imparentati. C'è un fervore, una commozione, una
così forte emozione che ti stringono la gola e vorresti gridare a
squarciagola come per liberarti, piangere a dirotto e gridare come un
bambino: "Mamma! Mamma!", e non ti accorgi che stai chiamando la tua
madre terrena, forse per chiederne conto alla comune Madre celeste.
È
forse l'unico momento dell'anno in cui i cittadini aliesi, residenti e
non, si sentono veramente uniti e affratellati dal comune, grande,
amore per la Madre di tutte le grazie ...
C'è gente importante, anche; voglio dire uomini e donne che, partiti un
giorno ormai lontano da Alia, con fede, intelligenza e fortuna, si sono
fatti strada: ecclesiastici, secolari, e regolari, suore, alte autorità
civili e militari, professionisti, industriali, operai specializzati;
qualcuno, dopo essere salito, alla stazione di Roccapalumba - Alia su
un affollato treno a carbone, facendosi precedere da una valigia di
fibra, magari con due giri di rumariddina o zabbara, per essere sicuro
che non si aprisse, dando ragione al detto aliese: "Cu nesci,
arrinesci..."
e ad un altro, di cui chiedo venia come per un lapsus calami, perché
meno appropriato alla circostanza, per quanto non meno colorito: "Quannu
lu peri camina, lu cori sciala!..."
"Inni d'amor eleviamo alla Madre del Ciel! Canti ogni
cuor la dolcissima Sua bontà",
intona la banda musicale o il nostro padre Rosolino, dalla sua jeep,
con la sua bella e, anche senza il megafono, altosonante voce tenorile,
e la interminabile caterva di fedeli, a piedi nudi o con calzari di
varia foggia, con o senza cerone, seguendo a ruota: "Madre di
grazie a te corre il popol tuo fedel; dona la pace e l'amor, ad ogni
cuor dischiudi il ciel...".
E
l'odore di nafta bruciata, in quel tripudio di fede e di amore, no, non
ti fa male, se pensi a quanta ne ingurgiti nel traffico cittadino, anzi
ti porta a pensare al tempo in cui le macchine erano ancora rare e
magari ad una gita in torpedone al Santuario di Gibilmanna ...
"Madre di grazie a te corre ii popolo tuo fedel. Dona la
pace e l'amor ad ogni cuor...".
Didacus
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pubblicato nel Periodico parrocchiale di Alia “LA VOCE”,
nr.2/07, pag.8
Segno dei
tempi nuovi...!
Sono passati circa cinquant'anni dalla descrizione di questo evento
religioso, quando io e l'autore eravamo ancora ragazzi. Il fervore con
il quale vi si partecipava non era solo il nostro, ma di tant'altra
gente, una parte della quale non si faceva scrupolo di sfilare a piedi
scalzi, reggendo un grosso cero acceso. Da allora ad oggi, si continua
a fare le stesse processioni con lo stesso seguito di fedeli;
forse con meno fervore religioso. Quella che è cambiata è,
invece, la devota pratica di andare a piedi scalzi. Si tiene di più al
proprio look, la forma è prevalsa sulla sostanza della devozione, come
se ci si vergognasse di farsi vedere da penitente...
A riprova di ciò, si allega un filmato della processione del 2 luglio
2014, dedicata alla Madonna delle Grazie..
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