Il Ponte di Bassano del Grappa
da “malato ” a "restaurato"
Da un po' di tempo non facevo più un giro a Bassano, pur vivendo nelle sue immediate vicinanze; girare a piedi, voglio dire, nel centro storico per assaporare tutte le emozioni che piazze, strade e monumenti suscitano in chi Bassano ha imparato a conoscerla e ad amarla fin da quarantanni fa.
Si va a Bassano, quindi, per ricordare vecchie sensazioni prodotte dall'ambiente fisico, fonte di evocazione di vicende della propria vita lì svoltesi in solitudine o in presenza di familiari o conoscenti. Fare un giro a Bassano è sempre un'emozione ed un impegno per la memoria che deve giustappore il passato al presente, generando sentimenti che fanno bene al cuore siano essi legati ai ricordi oppure a constatazioni di rinnovamenti dell'ambiente naturale e della società che ci vive.
Non si può visitare Bassano senza passare per il "suo" ponte, dal secondo dopoguerra denominato "ponte degli Alpini"; affacciarsi dai suoi parapetti ed ammirare parte della città prospiciente il corso del fiume Brenta, le montagne degradanti del Massiccio del Grappa e della Valsugana. Provare sensazioni uniche, come: ammirare il fluire delle acque cristalline sotto le quattro stilate del ponte, avvertire, dall'alto della sua struttura, il vento soffiare dalla Val Sugana con delicatezza o impeto; scovare la sagoma di qualche trota; sentire perfino l'odore delle acque del Brenta.
Il "Ponte", nel tempo, è diventato il simbolo della città , ricordato come tale da chi a Bassano abita oppure no, come la moltitudine di turisti di ogni parte del mondo che almeno una volta l'abbiano visitato. Lo si ricorda facilmente per la sua forma e per la caratteristica della sua imponente struttura lignea che un sistema di palafitte sorregge.
Mi è capitato, quindi, recentemente, concludendo al "Ponte" il mio girovagare per Bassano, di trovare proprio lì un cantiere, aperto - come mi è stato detto - da qualche mese. Ne sono rimasto sorpreso. Poi, attraversandolo nella corsia aperta al traffico, dove è stato fatto già un intervento di alleggerimento, sono arrivato alla porta di Angarano e, nelle sue vicinanze, ho notato la presenza di una mostra intitolata "Ponti sul Ponte". Incuriosito, l'ho visitata, avendo anche l'opportunità di avere un proficuo colloquio con il sig. Bortolo Zilio, l'autore del materiale espositivo, corredato da pannelli esplicativi redatti dall'Architetto Scapin Carla Alberta. L'Autore, con disponibilità e cortesia, mi ha raccontato sia del Ponte "malato" e delle cure approntate per "sanarlo" sia dei suoi Ponti, cioè della riproduzione personale, in modelli, dei dieci ponti di Bassano che nell'arco di 800 anni sono stati costruiti, distrutti e ricostruiti sul Brenta a scavalco delle rive tra le porte di Angarano e Bassano.
Per lui, professionalmente impegnato in ufficio, produrre, nel tempo libero, tali opere sarà stato certamente un duro lavoro da certosino nel campo della falegnameria; lavoro che si è protratto per lunghi anni. Solamente un bassanese, animato da profondo attaccamento alla storia della sua città, ha potuto farlo.
Ora, però, ne raccoglie i frutti, ricevendo l'encomio di Autorità comunali e di Professionisti che hanno promosso l'allestimento della mostra della sua collezione. Da essa, aperta al pubblico dall'inizio del 2015, è già passata tanta gente, soprattutto straniera, tanto da fargli dichiarare con soddisfazione che lì ha sfilato tutto il mondo. E come atto di attaccamento al Ponte, devolverà il ricavato della mostra a sostegno delle spese per la sua ristrutturazione, pur poca cosa il suo contributo rispetto alle necessità di spesa prevista nel relativo progetto intorno ai 9 milioni di Euro, che saranno assicurati da Regione, Comune, Banche, Enti vari, Associazioni e dalla solidarietà civica di un intero territorio.
Su mia richiesta di informazioni circa lo stato dei lavori attualmente in corso nel cantiere, mi ha raccontato che al momento si sta provvedendo ad "alleggerire" il ponte dallo spesso manto stradale che lo ricopre per dar via, successivamente, alle opere di ristrutturazione, affidate alla ditta che ne vincerà l'appalto e che opererà tra qualche mese; nel periodo climatico adatto ai lavori che prevedono la parziale deviazione del corso del fiume rispettivamente da un lato all'altro dell'alveo e la collocazione sul fondo di imponenti strutture in speciale acciaio, sulle quali saranno poi innestate le strutture lignee facenti parte delle nuove stilate interamente in legno anch'esse. I lavori, che presumibilmente dureranno un anno, riporteranno il Ponte al suo consueto aspetto esteriore ed assicureranno solidità alla sua struttura interna, con i voti augurali di lunga vita da parte di tutti i suoi ammiratori e fruitori.
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Aggiornamento ai precenti dati sullo stato "malato" del Ponte relativi al 2015.
Nel 2023, dopo 8 anni, il Ponte è stato restaurato ed ora appare in tutta la sua bellezza !
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