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Processioni a Lercara_La Madonna di Costantinopoli | ||||
20 agosto: processione del simulacro di Maria SS. di Costantinopoli per gentile concessione, dal libro di Nicolò Sangiorgio La Madonna di Costantinopoli
…..La processione ha luogo la sera del giorno 20 a cura del comitato dei festeggiamenti, ed assume una specifica imponenza per la presenza degli amministratori comunali, con a capo il sindaco, i quali, insieme alle autorità militari, prendono posto dietro la statua. Per facilitare il trascinamento della "vara"
viene condotta una statua di resina, acquistata nel 1956 e l'antica statua lignea
rimane sempre sull'altare. Ufficialmente i festeggiamenti si sviluppano
dal 19 al 21 del mese di agosto, ma nei giorni antecedenti hanno luogo diverse
manifestazioni. Giorni intensi di attività culturali, sportive, artistiche, canore; giorni di luci, colori, musica, spari. La festa ha il fascino della novità, riserva sorprese, porta allegria, fa dimenticare e determina una intensa attività commerciale. Il tutto tra il rimbombo degli spari e dei fuochi artificiali, lo stormire delle campane delle chiese e il suono della banda musicale. Il vasto mercato ha occupato nuovi spazi;
originariamente era incentrato nella via Maria SS. di Costantinopoli, (le bancarelle
venivano sistemate agli ingressi delle vie adiacenti) e in piazza Duomo; ora
si snoda lungo il corso principale e nelle vicinanze di Serra Calandra per perdersi
lungo las strada che conduce alla stazione ferroviaria di Lercara Bassa. Teatro naturale di molti eventi sono la villa di piazza Umberto I, il corso Giulio Sartorio e la magnifica piazza Duomo, sfolgorante di luci colorate, dove si gustavano si i prelibati "pezzetti du lu zù Cicciu Catalanu ", particolare tipo di gelato duro e colorato. La presenza palpitante degli emigrati, già molto numerosa, apporta un clima di euforia generale e ci conduce ai tempi in cui il numero dei residenti era elevatissimo; si incontrano visi sconosciuti o dimenticati provenienti finanche dai Paesi d'oltreoceano. Numerosa la partecipazione degli abitanti
del circondario. Fino dalle prime ore del mattino nella piazza
si parlavano più lingue e per le strade sostavano sontuose autovetture
dalla targa straniera. Sino a quando le condizioni economiche delle famiglie erano misere, si viveva con ansia l'attesa di quei giorni e se ne assaporava il godimento; si vivevano con pienezza e serenità i piccoli momenti legati alla straordinarietà. "La festa di Costantinopoli" era la più importante dell'anno, era l'occasione per fidanzarsi, per indossare un vestito nuovo confezionato dal sarto o un paio di scarpe, per soddisfare un capriccio, non ultimo, per assaggiare la "cubbaita". Nel tempo in cui non vi erano automezzi,
il numero dei capi di bestiame in fiera era elevato e le mandrie, le greggi
e gli animali da soma giungevano a Lercara dopo moltissime ore di cammino attraverso
le trazzere; se era notte si accampavano alla periferia del paese in attesa
di entrare in fiera alle prime luci dell'alba. I "fieranti" in attesa di vendere
la mercanzia, per ripararsi dal sole cocente e consumare un "boccone",
sostavano nelle strade adiacenti, dove trascorrevano la notte. Folkloristica la contrattazione per la compravendita
degli animali, diretta magistralmente dal sensale, cioè l'intermediario,
il quale recita la sua parte con una bravura di attore. Mille gesti, mille frasi,
facenti parte di un cerimoniale finalizzato alla conclusione dell'affare che
gli assicura la provvigione. Sino al 1957 le giornate erano contrassegnate da uno spettacolo molto gradito dal pubblico: la corsa dei cavalli, o "corsa dei bèrberi" come viene definita in una cartolina di Lercara del 1903. L'organizzazione era affidata ad una persona, chiamata giannittaru, che ne curava l'attuazione. Le corse avevano luogo nei giorni 19, 20
e 21 nelle ore pomeridiane Partivanoe tre cavalli alla volta e nell'ultima corsa
della giornata gareggiavano quei cavalli che si erano qualificati primi. Mentre i cavalli a suon di frusta si spingevano
in avanti, i fantini con occhio vigile controllavano "a lampo" la
posizione dei contendenti. Un sordo calpestio di zoccoli nudi sollevava una
leggera nuvola di polvere. Il vincitore finale, partendo dalla "testa
di la cursa", percorreva trionfante il corso Giulio Sartorio giungendo
alla villa comunale, cioè al punto di partenza, insieme alle autorità,
alla banda musicale e agli applausi della folla, dove riceveva il trofeo da
parte del presidente del comitato. Negli anni Trenta gareggiavano soltanto
i cavalli i quali a fine corsa erano fermati da stoffe e sacchi pendenti da
tre corde tese in sequenza, e il cui addestramento avveniva durante la notte.
Una volta un cavallo, superati i tre ostacoli, si inoltrò per la campagna
e non è stata un'impresa facile ricondurlo alla calma. Antecedentemente alla divulgazione dei cantanti e dei complessi di musica leggera, le serate erano allietate dalla esibizione di bande con la "musicata" cioè, il concerto bandistico, durante il quale venivano eseguiti brani di opere liriche e si concludeva con l'immancabile "canzoniere", una miscellanea di canzoni classiche. La platea era piazza Duomo e il palcoscenico
un sontuoso palco. Sino al 1943, invece, vi era un palchetto in ferro e cemento,
distrutto dalla furia del popolo contro il regime, appresa la sconfitta militare
nella seconda guerra mondiale. Tutti ascoltavano con interesse, però,
gli "appassionati" si piazzavano attorno al palco, allontanandosene
soltanto non appena l'ultimo dei "musicanti" lasciava il proprio posto.
Essi seguivano con molta attenzione le esecuzioni e si entusiasmavano quando
veniva intonata un' aria o una romanza. Dal 1960, una serata è dominata dalla
esibizione di cantanti famosi, la cui notorietà richiama migliaia di
persone, entusiasma tutti e fa "impazzire" giovani che con le braccia
ondeggianti cantano, piangono, si struggono. La ricorrenza del 1998 è stata valorizzata
dalla "rievocazione storica" del ritrovamento della "pietra",
con personaggi in abiti d'epoca, in una esaltante cornice scenografica, vivacizzata
dai canti di un gruppo folkloristico e dal tintinnio dei sonagli di un carretto
sfarzosamente addobbato.
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Edizione RodAlia - 22/01/2009 |
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